In Umbria non mancano certo servizi e misure di sostegno indispensabili per le persone con
disabilità e i loro caregivers ed è altresì importante e necessario prevedere di “incrementare le
risorse dedicate agli interventi sociali”.
Pensare però che sia “solo una questione di soldi” da affrontare con trattative su “tipologie di
prestazioni” o “categorie di beneficiari”, ripropone l’idea che i problemi delle persone con disabilità
siano sostanzialmente quelli derivanti da “caratteristiche personali” e da condizioni di salute in
senso stretto.
Dovrebbe essere chiaro che FISH Umbria chiede “Buone Politiche”, che per essere credibili non
basta mostrare bontà, sensibilità e vicinanza ai bisogni, che non si può continuare pensare di
risolvere i problemi affidando le persone a “strutture specializzate” o offrendo “bonus” per sostenere
il lavoro di cura e/o assistenza di familiari insostituibili.
Vogliamo ribadire con forza che il problema dei cittadini con disabilità e’ la mancanza o
l’inadeguatezza di politiche e di interventi.
L’appropriatezza degli interventi e delle prestazioni dovrebbe essere valutata rispetto a diritti che,
pur essendo gli stessi per tutti, in ragione di una condizione di disabilità richiedono capacità
specifiche da parte di chi ha la responsabilità di definire e attuare le scelte appropriate.
Vorremmo contribuire a rendere chiaro, tanto a chi si candida tanto a chi voterà, che la questione
dei diritti, prima ancora dei bisogni delle persone con disabilità, non può che essere affrontata in
termini di dimostrata volontà e capacità di programmare e realizzare interventi appropriati,
produttivi di impatti significativi sulla salute e il benessere delle persone.
In capo a chi governa, sia a livello nazionale sia territoriale, è posta la responsabilità di
intraprendere, in maniera trasparente e partecipata, la strada dell’innovazione con l’obiettivo di
promuovere e rendere tempestivamente strutturali sperimentazioni, non come accaduto con quella
iniziata 10 anni fa in materia di Vita Indipendente, e adottando un approccio sistemico come quello
previsto con la legge delega sulla disabilità (legge 22 dicembre 2021, n. 227).
Oggi più che mai investire su un incremento dell’appropriatezza del sistema di Welfare diventa
essenziale per renderlo rispondente ai diritti e alle aspettative delle persone con disabilità e delle
loro famiglie.
Si tratta di operare scelte chiare e convincenti per scongiurare il rischio di trasformare il necessario
superamento di un “Welfare assistenzialistico” in un temuto smantellamento di quello che dovrebbe
essere un “Welfare dei diritti”.
Se si vuole evitare che il taglio delle risorse si traduca in un crescente rischio di impoverimento e di
emarginazione dalla società e con l’inevitabile ritorno della minaccia della istituzionalizzazione è
necessario che ad ogni persona con disabilità venga garantita la concreta opportunità di definire
realizzare il proprio progetto di vita.
E’ necessario costruire un sistema di welfare che riconosca pienamente alle persone con disabilità
e alle loro famiglie il diritto di operare scelte libere e consapevoli così come chiamera’ a saper fare
da subito la sperimentazione prevista dal D.lgs 62/2024 “Definizione della condizione di disabilità,
della valutazione di base, di accomodamento ragionevole, della valutazione multidimensionale per
l’elaborazione e attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato”.
Chiunque amministrerà la nostra Regione sarà chiamato a dar prova di volontà e capacità di
innovare nel garantire il coordinamento tra i vari attori, il cambiamento nella cultura, nella mentalità
e nell’applicazione operativa, la creazione di competenze, la gestione delle conoscenze, nonché il
coinvolgimento attivo delle persone con disabilità e delle organizzazioni che le rappresentano.
Per tale motivo diamo valore e ci aspettiamo generazione di valore da un confronto strutturale e
strutturato, come quello avviato nel corso degli anni in seno all’Osservatorio regionale e ai diversi
“Tavoli per le politiche sulla disabilità”,a cui abbiamo partecipato convintamente per definire quelle
che dovrebbero essere priorità di intervento sulla base della condizione di disabilità vissuta in
Umbria.
FISH Umbria ritiene siano queste alcune condizioni essenziali per rendere credibile l’impegno a
perseguire nella nostra Regione uno sviluppo sostenibile e inclusivo fondato su una concreta
capacità di fare le “cose giuste” fin dall’inizio.
FISH Umbria sarà sempre pronta a stimolare e sostenere suddette volontà e capacità, così come
non si potrà mai accontentare di tardive e colpevolmente onerose disponibilità ad inseguire le
emergenze, soprattutto se in attesa di correggere in seguito gli errori passati.